sabato 7 gennaio 2012

Non sono un watusso

Non sono un watusso, lo confesso :)
Da piccolo consigliavano a mia madre di farmi fare un po' di pallacanestro, sicché potessi allungarmi. Può far ridere, anzi sicuramente questa affermazione suscita una divertita ilarità. Eppure questo darwinismo all'incontrario è molto più radicato nelle menti di quanto si possa immaginare. Si tende a confondere causa con effetto. E' bene dire subito che gioca a pallacanestro chi già è alto. Così come accade in tutti i processi vitali. La vita per come la conosciamo è fatta così e non in altro modo.
Possiamo immaginare che all'inizio, possano esser convissute differenti modalità di vivere. Di sicuro tutto ciò che non era comunque capace di replicarsi, era destinato a dissolversi. Dunque, solo ciò che era capace di replicarsi poteva dar luogo a quella che noi oggi definiamo vita. E tra tutte le infinite varianti, solo quella che conteneva in sè la variazione avrebbe potuto dar luogo alla stura degli esseri animati superiori. Sì. Solo la diversità intimamente connessa alla replicazione può portare la vita a sopravvivere. La diversità ha consentito e consente infinite rimodulazioni del vivente. Non tutte queste rimodulazioni sono vincenti. O non lo sono in un determinato momento e luogo. Non esiste mostruosità in natura, ma solo esiti di ricombinazioni. Un giorno anche vincenti, se il contesto lo consentirà.

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