domenica 9 dicembre 2007

Il nero e il bianco

Ti parlerò
del nero e del bianco,
ti mostrerò la notte,
è,
dirai che è
la notte

Ti mostrerò il giorno,
dirai che è il giorno.

Ti dirò che hai due occhi
e specchiandoti
dirai di sì.

Ti dirò che
al mondo
ci sono maschi e ci sono femmine
anche questo
ti farò vedere.

La verità
non appartiene a nessuno.
Tutti possono vederla
nessuno ci crede.

Il marinaio

Mi metterò
il berretto
e nello specchio
vedrò me marinaio,
vedranno un idiota
ma sono solo
un po' bislacco.

Note di compatimento

Era il 1983. Dio mio! Parliamo ormai di quasi 25 anni fa.
Ebbi per le mani una delle prime riviste di computer. Arido contenitore di semplici listati, scritti in un basic ancora elementare. Fu un colpo di fulmine. Sentivo quel linguaggio di programmazione quasi come naturale. Sul finire di quell'anno, il mio primo home computer occupava orgogliosamente uno spazio di tavolo. Vic20. Questo il suo nome. Di famiglia operaia, feci non pochi sacrifici per acquistarlo.
Di preciso oltre al fiume di ricordi, ricordo che diede la stura alla prima di tante occhiate di compatimento. Povero bambinone che perde il suo tempo baloccandosi con un giocattolo.
Nel 1990, ormai nel pieno del mio percorso professionale e lavorativo, informatizzai un importante settore del mio ambiente di lavoro. Il compatimento andava trasformandosi in ammirazione. Oggi nessuno può fare a meno di un computer, se vive in una società ricca e avanzata.
Nel 1992 intuì le potenzialità della telematica (millenovecentonovantadue). Iniziai con i primi modem (300 baud) a connettermi con quel mondo nuovo. Le reti portavano nomi ancora arcaici come Fidonet ed erano note come BBS. Ricordo con piacere l'ingresso in quell'universo ancora circoscritto, che mi diede la possibilità, a livello locale, di scambiare contributi anche culturali con gente in fondo sconosciuta. C'era il gusto dei pionieri.
Nel 1994 prima connessione ad Internet. Come dalle ceneri può risorgere il fuoco, così si rinnovarono gli sguardi di compatimento. Il bambinone cresciutello stavolta, si "divertiva" a cazzeggiare con una cosa inutile.
Poi venne il momento di Second Life (SL). E qui le cose peggiorarono. Al compatimento si aggiunsero commiserazione e biasimo.
Entrai in SL sul finire nel 2006, quando gli italiani erano ancora pochini. Ne intuì subito le potenzialità. Ancora oggi è abbastanza acerbo. Ma la mia voglia di scommettere sul futuro resta intatta. SL non è una seconda vita, ma un medium rivoluzionario.
E non mi lamento della commiserazione che attiro e stimolo.
Anzi ne voglio e tanta, perché finora mi ha aiutato soltanto ad avere ragione:).
Vi prego! Biasimatemi qui pubblicamente!

venerdì 7 dicembre 2007

E' solo un gioco....

"Second Life per me è solo un gioco!".
Quante volte ho sentito dire questa frase.
Devo dire che all'inizio, come investito dalla responsabilità di chi "sa", mi preoccupavo di spiegare ai neonati che non poteva essere considerato un semplice gioco. Di più.
Che non era affatto un gioco.
Ricevevo probabilmente, nella migliore delle ipotesi, occulti sguardi di commiserazione.
Poi, spesso col dispiacere di chi comunque se l'aspettava, osservavo cadere inesorabilmente quelle stesse persone commiseranti. Talvolta in modo rovinoso.
Non basta l'aspetto ludico per catalogare un evento come "gioco".
In effetti, in molti aspetti della nostra vita reale possiamo osservare la componente ludica.
Il grande equivoco, nella seconda vita, nasce dalla sensazione di poter confinare i due mondi ciascuno nella sua parte.
Dimenticando che se i mondi sono due, noi siamo sempre la medesima persona, innervata di sentimenti ed emozioni.
Se SL fosse solo un semplice gioco, sarebbe già defunto da tempo....

Eccomi!

Mi presento.
Come è sempre buona norma, credo.
Mi chiamo Vik Ariel (da cui discende l'originalissimo nome del blog:)).
Ho aperto gli occhietti belli nella mia seconda vita l'11 novembre 2006.
E come tutti i bimbi, nulla conoscevo di ciò che mi aspettava.
Dopo un lungo percorso in questa seconda vita, come molti ho sentito la necessità di lasciare qualche memoria utile ai posteri.
In realtà, sono consapevole che l'unica utilità di questo diarietto sarà verso di me.
Ma che importa! Non ho scopi programmatici in fondo.
A volte si parla inascoltati pensando di ricevere attenzione:).
Qui almeno, mio anonimo lettore, so che scrivo per me stesso e ha poca importanza in effetti se mi leggerai o meno.