Non ho mai ignorato che la politica sia un gioco fine, anche se continuo a pensare che la testa d'ariete, in queste faccende, sia costituito dalla spietatezza.
Bersani ha perso. Per scacco matto.
Quando ha cercato un approccio verso il M5S sapeva bene che parte del suo partito non era per nulla d'accordo. Tuttavia ci ha provato, con tutte le forze. Io sono convinto della sua sincerità. Sicuramente non gli sfuggiva che noti ed ignoti giocatori di scacchi stavano giocando la loro partita contro. Ma essendo fondamentalmente un onesto, non ingenuo, ma non sufficientemente spietato, ha preferito poi non spaccare il partito, quando Grillo ha offerto collaborazione. Perché, chi doveva, questo messaggio a Bersani glielo ha fatto arrivare forte e chiaro: se scegli Rodotà, spacchiamo il PD.
E' in questa fase che si gioca la mossa vincente dei bastardissimi giocatori di scacchi: far credere al Bersa che sul nome di Prodi il PD poteva spendersi compatto.
Lucida e spietata quella mente che ha orchestrato i cento parlamentari del PD: applaudite il nome di Prodi e poi affondatelo al voto.
Scacco matto. E il povero Bersa non ha potuto far altro che mestamente dimettersi.
martedì 30 aprile 2013
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